Avanzi di galera: cibo e dignità in carcere
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La detenzione carceraria è spesso basata sulla privazione della dignità. Ciò avviene in diversi modi, anche attraverso la negazione di cibo di qualità. È una condizione ricorrente, che assume talvolta proporzioni rilevanti. L’esperimento proposto si divide in due attività complementari. La prima è costituita da una breve presentazione dei termini della questione. Uno step indispensabile, per informare i partecipanti e per permettere di passare alla seconda attività del laboratorio nella quale tutti i partecipanti saranno invitati a scrivere su una scheda il nome di un piatto che vorrebbero mangiare se si trovassero detenuti, tenendo conto del budget che verrà loro comunicato all’inizio dell’esperimento.
Successivamente, si valuterà se sarà o meno possibile servire i piatti che sono stati selezionati. Parte fondamentale del laboratorio sarà poi domandare ai presenti cosa potrebbe significare per loro trovarsi costretti a mangiare determinati cibi serviti settimanalmente nelle carceri italiane; dunque, l’obiettivo è quello di arrivare a capire che cosa rappresenta il cibo (o la mancanza di esso) per ognuno di loro, o meglio, quanta rilevanza viene data all’azione del mangiare in un contesto come quello carcerario.

LUOGO: Centro Santa Elisabetta – Pad. 13. Centro Congressi

ORARIO E DURATA: dalle 18:00 alle 19:00. Attività ad accesso libero

REFERENTE: Stefano Magagnoli, Gaia Messori

STRUTTURA DI APPARTENENZA: Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali